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Le persone sovrappeso mancano di autoregolazione?

E’  la domanda frequente che i medici si pongono di fronte ai risultati  scoraggianti nella cura del sovrappeso attuata secondo la diffusissima  ma obsoleta terapia con la dieta. Ovviamente un approccio così vecchio e  superficiale non può che dare prestazioni scadenti.
I sanitari che curano questa patologia e vedono i pazienti ogni tre-quattro settimane riescono a far dimagrire meno del 25% dei soggetti: un risultato che in medicina è definito fallimentare.
La  spiegazione è molto semplice: un approccio terapeutico che non agisce  minimamente sui pensieri disfunzionali, sulla gestione delle emozioni  negative ( in questi pazienti molto frequenti) e sull’incapacità ad  affrontare le situazioni a rischio, non può trasferire al soggetto  soprappeso le abilità necessarie per modificare i limiti succitati.
Al contrario gli studi medici che utilizzano approcci più innovativi come la terapia cognitivo-comportamentale,  il colloquio motivazionale e incontri terapeutici ravvicinati,  ottengono performance vicine all’ 80%: un risultato che in medicina è  definito di eccellenza. Esistono test (VIA-IS) che valutano i punti  forti o deboli del carattere di ogni individuo e la capacità di  autocontrollo. Nella stragrande maggioranza delle persone in sovrappeso  quest’ultima abilità è carente.
Si definisce la capacità di gestire  la propria vita, saper decidere, fare delle scelte e attuare  comportamenti in linea con i propri obiettivi.
Nel nostro caso saper cambiare le abitudini sbagliate: mangiare eccessivamente, introdurre frequentemente alimenti molto calorici e ricchi di zuccheri e/o di grassi; non saper gestire efficacemente situazioni sociali ove il cibo è a disposizione; non riuscire a rinunciare alla poltrona ed al televisore per camminare mezz’ora; affrontare le emozioni negative ricorrendo al cibo.
Ci si domanda da tempo perché molte delle persone in sovrappeso frequentemente siano incapaci di uscire da questa prigione cognitivo-comportamentale. La scarsa capacità a gestire la propria vita rende molti pazienti incapaci di controllare il proprio peso e a gestire le emozioni nelle situazioni di stress.
Oppressa da questa schiavitù, è umano che la persona ricorra frequentemente al cibo per ridurre la sofferenza emotiva. Da qui il passo di diventarne dipendenti, è breve.
Una terapia che miri a guarire questi pazienti deve disporre di armi terapeutiche adatte. La risposta è il nostro programma terapeutico basato sulla terapia cognitivo-comportamentale, il colloquio motivazionale e gli incontri terapeutici ravvicinati.

I consigli formiti in questo sito  devono essere intesi semplicemente come suggerimenti di comportamento e non sostituiscono la visita medica
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